Rassegna di alcune sentenze recenti ottenute dallo studio
Non è sufficiente la generica allegazione che un rapporto si sia sviluppato presso diverse società con identica sede perchè una di esse venga condannata a riconoscere le spettanze retributive di una lavoratrice, dovendosi provare il rapporto effettivamente intervenuto con la predetta società. In questi termini è stato respinto il ricorso diretto ad ottenere il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato presso azienda assistita da questo studio legale.
Sussiste la giurisdizione italiana per quanto riguarda il rapporto di lavoro sorto con una ditta straniera, che però abbia in concreto avuto svuiluppo in Italia (si trattava di autotrasportatore che iniziava i viaggi sempre dall'Italia, pur con destinazione estera).
Al contempo in difetto di previsione contrattuale conforme alla normativa italiana, il rapporto va ricondotto ad un rapporto a tempo indeterminato e pertanto il trattamento economico va integrato con quanto percepito ed il minimo costituzionalmente garantito ai sensi dell'art. 36 Cost.
Con sentenza definitiva del 17.07.2015 il Tribunale di Trieste, pur rilevando la concorrenza del lavoratore nella causazione del danno (in quanto con la propria condotta conflittuale con il dirigente avrebbe concorso a determinare la propria situazione di inattività). ha riconosciuto allo stesso un risarcimento ritentuo equo nella misura corrispondente a un quarto della retribuzione mensile del lavoratore, moltiplicato per tutte le mensilità di demansionamento e poi ridotto di un terzo per il concorso del lavoratore. Tale danno è stato riconosciuto a titolo di danno professionale, in aggiunta alla liquidazione del danno biologico per lo stato psicologico e di sofferenza conseguito alle condotte datoriali, con un ulteriore liquidazione parametrata allle evidenze e emerse nell'ambito della consulenza peritale demandata a medico psichiatra.
Qui sotto il rilievo dato alla notizia dal telegiornale dell'emittente telequattro.
Un dipendente pubblico, dopo aver sofferto per diversi anni di una evidente emarginazione in azienda pubblica, che lo aveva reso sostanzialmente inoperoso rispetto all'importante ruolo di Posizione organizzativa rivestita, ha ottenuto il riconosimento del demansionamento ed il diritto al risarcimento del danno professionale, biologico (psichico) e morale nella misura che verrà definita nel proseguimento della causa ed in particolare a seguito di perizia medico-legale. La motivazione si fonda, tra i vari ed articolati aspetti che sono stati evidenziati nella lunga fase istruttoria di causa, anche sulla durata del demansionamento (2 anni e mezzo) e della mancata prova da parte dell'ente pubblico di aver affidato al lavoratore mansioni proprie del suo inquadramento e ruolo.
Le trattenute previdenziali, da parte del datore di lavoro, della parte di contributi a carico del lavoratore sono previste dall'art. 19 n. 218 del 1952 in relazione alla sola retribuzione corrisposta alla scadenza: ai sensi dell'art. 23 della medesima legge, il datore di lavoro che non abbia provveduto al pagamento dei contributi entro il termine stabilito è da considerare debitore esclusivo dei contributi stessi (anche per la quota a carico del lavoratore). Ne consegue che è stata accolta la tesi difensiva volta ad ottenere la condanna al pagamento delle buste paga al lordo di trattenute e contributi in caso di ritardo nell'erogazione.
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Giovedì 6 aprile l'Avvocato Belli parteciperà in qualità di relatore
al convegno "Lavoro Sportivo: opportunità e vincoli" organizzato
dal Comune di Trieste
Con ordinanza del 28.04.2014, pubblicata il 30.04.2014, il Tribunale di Trieste ha riconosciuto il diritto alla protezione umanitaria in ragione dell'attuale situazione di pericolosità del conflitto tra il ceppo sciita, cui appartiene il ricorrente, ed il ceppo sunnita, come risultante dai recenti report internazionali.
Questa decisione si pone sulla scia di altre decisioni ottenute dallo studio nel 2013 per analoghe situazioni di soggetti perseguitati per ragioni politiche o religiose.
Lo Studio collabora stabilmente con il Centro Informativo per l'Immigrazione della Provincia di Trento.